APOROFOBIA

Adela Cortina

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E se molti dei conflitti sociali che di norma imputiamo a sentimenti razzisti o xenofobi celassero in realtà una matrice comune, che ha a che fare più con lo status economico che con l’etnia o nazionalità delle persone? Se fosse la povertà il catalizzatore che amplifica la naturale diffidenza per ciò che è diverso trasformandola in avversione, disprezzo, terrore?
I limiti del nostro pensiero coincidono con i limiti del nostro linguaggio, e dare un nome alle patologie sociali è il primo passo per iniziare a curarle. Finora non esisteva un termine per definire una realtà sociale ubiqua, permeata da atteggiamenti di paura, rifiuto e ostilità. Adela Cortina a questa realtà ha dato un nome, destinato ad acquistare sempre più peso nel dibattito sociopolitico: aporofobia, la paura dei poveri.
È stato un sentimento aporofobo a indirizzare le politiche pubbliche in un’ottica sempre più marginalizzante: in un mondo dominato dal mercato, anni di ordinanze antidegrado e architettura ostile hanno fatto di tutto per allontanare dal nostro sguardo i corpi che recano i segni tangibili del devastante effetto che le logiche capitaliste hanno sulla società.
Cortina scrive che «la storia consiste, almeno in una certa misura, nel dare un nome alle cose», ed è quello che si propone di fare con questo libro, fornendoci uno strumento per interpretare in modo più lucido le dinamiche quotidiane di esclusione e mettere a punto delle strategie per eliminarle.

Adela Cortina (1947) è filosofa, ricercatrice, e membro della Comisión Nacional de Reproducción Humana Asistida e del Comité Asesor de Ética de la Investigación Científica y Tecnológica. È stata direttrice della Fondazione étnor per l’etica delle imprese e delle organizzazioni. Prima donna a essere nominata membro dell’Accademia Reale di Scienze Morali e Politiche, ha insegnato Etica e filosofia giuridica, morale e politica presso l’Università di Valencia dal 1986 al 2017 e numerose università spagnole ed estere le hanno conferito la laurea honors causa, tra cui l’Universidad Jaume I di Castellón, l’Universidad Alcalá de Henares, e l’Universidad de Barcelona. Oltre ad Aporofobia, è autrice di numerose opere fra cui ricordiamo Ética mínima (1986), Alianza y Contrato (2005), La escuela de Fráncfort: Crítica y utopía (2008), Ética de la razón cordial (con cui nel 2007 ha vinto il Premio internazionale Jovellanos per la saggistica) e ¿Para qué sirve realmente la ética? (vincitore nel 2014 del premio nazionale per la saggistica del Ministerio de Educación).

Prefazione di Christian Raimo

Traduzione di Paola Molica

Illustrazione di copertina di Toni Bruno

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