IL VIDEOGIOCO DEL MONDO

Stefano Gualeni

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Come ogni tecnologia della finzione, il gioco plasma la psiche degli esseri umani modellandone le capacità cognitive e sociali, e i mondi virtuali articolati in chiave videoludica non sono dimensioni eteree di puro svago, prive di conseguenze, ma realtà vive e dinamiche in grado di indirizzare il corso del nostro desiderio.
Dai giochi in 8 bit alla realtà aumentata, oggi accediamo sempre e ovunque a qualche dimensione virtuale, anche senza accorgercene. Esperienze sempre più immersive che ci calano nel punto di vista di un personaggio, ci trasformano in quel personaggio. Una volta spento lo schermo, riusciamo davvero a smettere di «giocare»?

In una ricerca che intreccia esistenzialismo, game design e semiotica, Gualeni ci mostra come il confine fra volto e maschera, virtuale e reale, sia molto più poroso di quanto vogliamo pensare; la finzione modifica la realtà, ed è così che dovremmo intendere il «virtuale»: un bacino di potenzialità capace di effetti estremamente concreti.
È proprio qui che deve innestarsi il «nuovo umanesimo», nella consapevolezza che idee, precetti etici, atti inconsci e identificazioni vengono veicolati e resi più concreti che
mai dai mondi digitali: la filosofia migra dalla parola ai pixel.

Tuttavia, l’immedesimazione ha il suo prezzo: subliminale e insidiosa, è in grado di trasmettere valori e convinzioni che da estranee, silenziosamente, diventano nostre.
Se oggi tutto è un gioco allora niente è più «solo» un gioco.
Forse è il momento di imparare a giocare.

 

Stefano Gualeni, filosofo e game designer, è professore ordinario all’Institute of Digital Games dell’università di Malta e visiting professor all’LCAD di Laguna Beach, California. Tra i suoi libri ricordiamo The Clouds: An Experiment in Theory-Fiction (Routledge 2023),
Fictional Games: A Philosophy of Worldbuilding and Imaginary Play (Bloomsbury 2022) e Virtual Worlds as Philosophical Tools: How to Philosophize with a Digital Hammer (Palgrave MacMillan 2015).

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