LINGUA IGNOTA
Huw Lemmey, Ildegarda di Bingen
Uno dei libri più straordinari che abbia letto quest'anno
Chicago Review of Books
Nel XII secolo Ildegarda di Bingen aveva già visto tutto – le fiamme divampare in ogni dove, l’atmosfera diventare rovente, i mari innalzarsi, la peste infuriare – traducendo poi le sue visioni in una Lingua Ignota in cui profezia e afasia, visione e aberrazione, diventano indistinguibili. Ed è con questa voce che Huw Lemmey – uno degli autori più importanti nel panorama radicale e LGBTQIA+ anglosassone– intesse la propria, in una polifonia che conflagra i secoli in istanti.
La sua prosa allucinata e poetica ci sprofonda nell’abisso della viriditas di Ildegarda – un’ecologia materialista, al contempo maestosa e terrificante. La pestilenza diventa epidemia; le anguste pareti di un monastero si rivestono dell’intonacatura stantia di un
motel a ore; la città medievale si sovrappone a un modernissimo dedalo di non-luoghi infestato da prostitute, tossici e angeli inquisitori. Grazie alla voce di Ildegarda, Lemmey svela l’errore al cuore della nostra ossessione per l’apocalisse: la fine dei tempi non sospende il quotidiano, lo infetta, e rivela ciò che è sempre stato: ininterrotto orrore. Ma è proprio grazie alle ferite incise dalla Lingua Ignota nella stasi del presente che possiamo riscoprire «l’impulso al cambiamento, a inventare le cose, a rifarle» che è dentro di noi.
Riportati a galla dalla pestilenza e dalla quarantena, i racconti di Ildegarda giungono fino a noi in un romanzo allucinato, visionario e senza tempo, in una lingua ancora inedita in grado di ritrasformare tutto, consegnando all’umanità poteri che fino a un attimo prima
si consideravano riservati solo a Dio.
Ildegarda di Bingen (1098-1179), educata fin da bambina presso l’abbazia di Disibodenberg, ne diventò badessa. Nel corso della sua vita fu scrittrice, linguista, mistica, scienziata, compositrice, cosmologa, gemmologa, erborista e consigliera politica. Teologa riconosciuta dalla Chiesa già mentre era in vita, viaggiò e predicò in tutta Europa intrattenendo relazioni politico-religiose con imperatori, pontefici e teologi. Fin dall’infanzia sperimentò visioni mistiche, e in età adulta le trascrisse nella sua «trilogia profetica», composta da Scivias, Liber vitae meritorum e Liber divinorum operum. Musicista innovatrice, ci ha lasciato uno dei più completi corpus musicali di epoca
medievale, che comprende più di settanta brani liturgici e il lungo dramma musicale allegorico Ordo Virtutum. La Lingua Ignota da lei inventata è una delle prime lingue artificiali documentate.
Huw Lemmey (1986) è romanziere, artista e critico. È autore di tre romanzi – Lingua Ignota, My Corbyn Chemsex Hell e Chubz: The Demonization of my Working Arse – e scrive su Frieze, Guardian, Flash Art, Tribune, TANK, The Architectural Review, Art Monthly, New Humanist, Rhizome e Vogue. Insieme a Ben Miller conduce il podcast Bad Gays, da cui è stato tratto il libro Bad Gays. Crudeli e spietati: una storia omosessuale (il Saggiatore 2023).
Bhanu Kapil (1968) è poeta e ricercatrice al Churchill College di Cambridge. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo How to Wash a Heart e Incubation: A Space for Monsters. Tra i suoi numerosi riconoscimenti ci sono il Windham Campbell Prize for Poetry della Yale University, la Judith E. Wilson Poetry Fellowship, il T.S. Eliot Poetry Prize e il Cholmondeley Award for Poetry della Society of Authors.
Alice Spawls è scrittrice e redattrice della London Review of Books, e cofondatrice della casa editrice femminista Silver Press.
Traduzione di Enrico Gullo
Rassegna stampa:
- Illuminismo Psichedelico, "Lingua Ignota e Ildegarda di Bingen", Federico Di Vita
- Nabu, "La lingua ignota di Huw Lemmey"
- Limina, "Trasmutare il mondo attraverso la lingua", Alberto Paolo Palumbo