MEDIUM HOT
Hito Steyerl
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In preordine fino al 4 dicembre
La capacità di Hito Steyerl di analizzare e reinterpretare questo nostro mondo fatto di immagini è impareggiabile. Dalla guerra dei dati al fascismo dei combustibili fossili, Medium Hot distilla il pandemonio dell’era dell’intelligenza artificiale, in una sorta di diario dal fronte che ci racconta che cosa voglia dire fare arte e trovare un significato dopo l’avvento dell’intelligenza artificiale.
James Bridle
Artista e filmmaker, Hito Steyerl riesce, con il suo lavoro, a esplorare la complessità del mondo digitale, dell’arte, del capitalismo, e le profonde ripercussioni che l’intelligenza artificiale avrà sulla società. Medium Hot è una lettura imprescindibile per il XXI secolo.
Hans Ulrich Obrist
Un viaggio dantesco nel fragoroso inferno della cultura visiva del XXI secolo. Guidati dall’osservatrice più acuta del mondo, attraversiamo uno strano mondo sotterraneo popolato da immagini che sono divenute statistiche, operazionali, termiche, perverse, noiose e mortali. Assolutamente imprescindibile.
Trevor Paglen
Spesso, in un’immagine, la composizione rivela più del contenuto. E le composizioni automatizzate, talvolta goffe o bizzarre, delle immagini generate dall’IA sono molto più che stilemi artificiali: sono il contenuto manifesto di «sogni sociali senza sonno», condensazioni delle «funzioni irrazionali della società» e delle sue infrastrutture occulte.
In queste pagine Hito Steyerl, con la finezza della critica d’arte e il rigore della critical theory, riesce ad aprire una fessura nella black box dell’iconografia contemporanea, per ricordarci che ciò che osserviamo distrattamente ogni giorno non sono semplici immagini, ma, piuttosto, visualizzazioni – concretizzazioni grafiche che emanano da una complessa catena di processi sociali, ambientali, psichici e politici.
E così, il mining di criptovalute fiorisce su instabilità politica e prosciugamento di risorse nelle regioni «periferiche» del mondo; i volti sfocati e spettrali delle prime immagini generate dall’IA trasudano il muto grido dei «lavoratori fantasma», che ogni giorno osservano ed etichettano indicibili atrocità per addestrare intelligenze artificiali la cui «sensibilità» è pagata col trauma; la «media» dei tratti somatici elaborati dai generatori d’immagini si rivela una versione patinata in 8K dei «compositi fotografici» eugenetici dell’Ottocento; e il profluvio di AI slop su internet è al contempo sovraccarico sensoriale e accelerazione dell’entropia, ridicolo indice di un inesorabile aumento della temperatura del pianeta.
Trattato d’analisi iconografica e saggio di critica sociale, Medium Hot riesce a mettere in luce il rimosso del «rinascimento dell’IA», che, come il suo antecedente storico, gronda di schiavitù, colonialismo e prevaricazione; al contempo oscura l’accecante bagliore di questi sogni senza sonno, per dimostrare che il nostro estasiato incanto in realtà è solo un’allucinazione.
Hito Steyerl è una fra le più autorevoli voci della teoria critica dei media. Artista e teorica, il suo lavoro esplora le intersezioni fra arte, filosofia e politica. Ha tenuto mostre personali al MOCA di Los Angeles, al Reina Sofia di Madrid e all’ICA di Londra. Ha partecipato, fra le altre, alla Biennale di Venezia e alla Biennale di Shanghai., e delle alcune sue opere fanno parte della collezione permanente della Tate Modern. È autrice, fra gli altri, di Duty free art. L’arte nell’epoca della guerra civile planetaria (Johan & Levi 2018), tradotto in quattro lingue, e scrive per diverse riviste. Attualmente è docente di New Media Art presso l’Accademia di Belle Arti di Monaco.
Traduzione di Silvia Dal Dosso, artista e ricercatrice nel campo delle tecnologie digitali e delle subculture del web. Nel 2016 ha co-fondato il collettivo artistico Clusterduck, con cui ha realizzato mostre collettive come Meme Manifesto e The (W)hole Project, e pubblicazioni come The Detective Wall Guide (Aksioma) e Deep Fried Feels (Nero). Come videoartista ha recentemente completato una trilogia dedicata alle conseguenze dell’intelligenza artificiale, intitolata The Future Ahead is Weird AF.
